17 Gen 2025
Consigli

Sei cappelli per pensare: una tecnica che allena il pensiero divergente

Dopo il rientro in ufficio, ecco un consiglio di lettura utile per adottare un approccio diverso alla realtà, nei propri personali ragionamenti e, perché no, durante le riunioni in azienda: una nuova abitudine di cui fare tesoro per raggiungere gli obiettivi del 2025.

Nel mondo del problem solving spesso ci troviamo a mescolare emozioni, dati, critiche e soluzioni senza renderci conto che ciascuno di questi aspetti richiede un approccio diverso. Edward de Bono, con il suo libro “Sei cappelli per pensare”, propone una tecnica che può allenare la nostra mente a considerare il problema da punti di vista distinti. La metafora del cappello diventa una sorta di “maschera” o “scudo” che protegge dal giudizio. Ogni colore rappresenta una modalità di pensiero specifica, ed è fondamentale indossarli in modo consapevole per arrivare a una visione completa del problema.

Il cappello bianco invita alla concentrazione sui fatti e sui dati oggettivi, senza spazio per opinioni personali. Al contrario, il cappello rosso permette di esprimere emozioni, intuizioni e sensazioni, senza la necessità di giustificarle razionalmente. Poi c’è il cappello giallo, che stimola una visione ottimistica: qui è importante concentrarsi sugli aspetti positivi, sulle opportunità che un’idea potrebbe generare. In contrapposizione, il cappello nero entra in gioco per evidenziare i rischi, le problematiche e gli svantaggi di una proposta: corrisponde al pensiero critico, che aiuta a non ignorare le difficoltà e a valutare le implicazioni negative di un’idea, per evitare errori. Il cappello verde, invece, stimola il pensiero creativo e divergente per esplorare nuove possibilità, soluzioni alternative, idee innovative. Infine, il cappello blu rappresenta il pensiero organizzativo e convergente.

Adottare questa tecnica in un lavoro di gruppo può trasformare radicalmente l’approccio alla discussione e alla risoluzione dei problemi. È importante, prima di tutto, definire chiaramente l’idea o il problema da affrontare. Successivamente, un primo giro di valutazioni con il cappello bianco permette di raccogliere fatti e dati, creando una base oggettiva sulla quale lavorare. Da lì, la discussione può liberamente evolversi con ciascun partecipante che adotta un cappello specifico per esplorare le varie dimensioni del problema. Infine, il facilitatore, indossando il cappello blu, guida la discussione, stabilisce i tempi e aiuta a sintetizzare le conclusioni.

Questa tecnica, se correttamente utilizzata, può aiutarci non solo a vedere il problema da molteplici angolazioni, ma a migliorare anche la qualità delle decisioni, favorendo una comunicazione più chiara, produttiva ed efficiente.